Acqua contaminata, Robin Hood presenta esposto alla Procura

TERAMO – Un esposto alla Procura di Teramo per fare chiarezza sullo sversamento di diclorometano nelle acque provenienti dalle captazioni sul versante aquilano, nell’area dei laboratori dell’Infn è stato annunciato dall’associazione dei consumatori Robin Hood, che chiede risposte sia su quanto accaduto sia sui livelli di sicurezza dei laboratori oltre che sull’uso dei fondi che a suo tempo furono stanziati per mettere in sicurezza del sistema Gran Sasso.

«Non avremmo voluto leggere mai più di perdite derivanti dai Laboratori del Gran Sasso e di sversamenti nelle acque potabili della Ruzzo Reti – dice Pasquale Di Ferdinando -. Eravamo convinti, anzi certi, che dopo l’incidente del 2003 il Laboratorio fosse stato messo in sicurezza così da evitare il ripetersi di fenomeni di inquinamento delle falde. Così non è stato e ne siamo fortemente allarmati, crediamo nella bontà dei sistemi della Ruzzo per evitare contaminazioni, ma evidentemente questo non basta».

Per l’associazione, quanto accaduto è gravissimo anche in relazione alla siccità che sta caratterizzando l’anno in corso a causa delle poche precipitazioni. Siccità sulla quale la perdita dell’importante approvvigionamento relativo al versante aquilano, per Di Ferdinando, non potrà che avere ripercussioni negative. «In un anno così scarso di precipitazioni la perdita di questo importante gettito di acqua potabile rende tutto più difficile – dichiara infatti il responsabile dell’associazione -. Oltre al fatto che sentire dichiarare un ipotetico costo zero
sull’uso dello stesso ci lascia basiti, non è così. L’Infn dovrà dunque farsi carico di tutti gli oneri che altrimenti
ricadrebbero sugli utenti, che già subiranno una qualità delle acque più scadente».

Da qui la decisione, da parte dell’associazione, di segnalare «con un proprio esposto alla Procura di Teramo la situazione creatasi».